Vivere senza farmaci

Si può! Ve lo dice uno che da cinque anni non prende una sola pillola.

Non dico che le medicine siano sbagliate, semplicemente non ce n’è bisogno. Già disponiamo della più efficace medicina che sia stata mai inventata: il nostro sistema immunitario.
Ci sono persone che per ogni raffreddore e mal di testa si imbottiscono di pillole, senza contare gli effetti collaterali.

Non dico che in caso di tumore non si debba ricorrere alla medicina convenzionale, o che non si debbano fare i vaccini; semplicemente per le malattie più leggere, che sono poi il 90% delle malattie che si sperimentano durante la vita, si può affidare al nostro dottore interno la naturale arte della guarigione.

Raffreddore, mal di testa, influenza, febbre stagionale, bronchite.. tutto questo si può curare in maniera spontanea e naturale.
Quante aspirine, quanto nimesulide abbiamo ingurgitato e forse non abbiamo ancora scoperto che non si guarisce più rapidamente?!

Un rimedio contro l’influenza – Quando arriva l’inverno è molto probabile ammalarsi, e i sintomi li conosciamo tutti: febbre alta, dolori muscolari, starnuti, irregolarità gastrointestinali, ecc..
In questi casi il corpo già ci suggerisce cosa fare: ci fa mancare l’appetito; è quindi importante seguire questo istinto primario e mangiare secondo le istruzioni di questa guida arcaica. Fare digiuno (si può bere acqua o tè di erbe), riposare a letto, dormire, è sicuramente la miglior cura.
Anche la regolazione della temperatura è una pratica istintiva che aiuta a sconfiggere la malattia: è il corpo stesso che ci suggerisce mediante i brividi quando dobbiamo coprirci fino a sudare, oppure quando scoprire alcune parti sensibili (mani e piedi) e quando poi cercare refrigerio mediante fazzoletti bagnati. Bisogna imparare ad ascoltare questi messaggi e seguire ciò che il corpo ci sta chiedendo.
Infine posso consigliare un tè di erbe che favorisce la guarigione. Gli ingredienti principali sono: aglio (sì, lo so, fa schifo però funziona), zenzero e tiglio. Si possono aggiungere anche: miele per addolcire o limone secondo i gusti.

Posso assicurare che con il digiuno e il dormire molte ore nessuna influenza dura più di due giorni.

· ♥ ·

Il sistema immunitario funziona e – essendo un meccanismo di difesa interno al nostro organismo – permette di evitare i fastidiosi e a volte pericolosi effetti collaterali dei farmaci. Inoltre ci libera dal tenere un fornito “armadietto delle medicine” che ingrassa le multinazionali farmaceutiche. Quello dei farmaci è infatti uno dei mercati più redditizi e purtroppo la medicina occidentale è cooptata dagli interessi economici in gioco.
Ne risulta una cultura del “pìgliate ‘na pastiglia” che si trasmette dalle facoltà di medicina alle pubblicità, dai nostri dottori al senso comune passando per le vacanze-premio e in definitiva le uniche che ne traggono profitto sono le grandi imprese, mentre i cittadini sono privati delle proprie stesse capacità di autoguarigione e sottoposti agli innumerevoli effetti collaterali e alle “malattie del progresso”, come asma e allergie.

Sul sito opensecrets.org (v. qui) si possono trovare i dati relativi alla quantità di denaro che ogni anno le multinazionali farmaceutiche (big pharma) versano nelle casse dei partiti politici statunitensi.

Il 2008 (anno delle presidenziali in cui è stato eletto Obama) ha visto 30 milioni di dollari transitare dai fabbricanti di medicine ai due partiti politici. Per quale motivo? Per curare i loro interessi! (a differenza del sistema italiano, negli Stati Uniti le aziende possono finanziare i partiti)

Donazioni totali per anno e partito politico (cliccare per ingrandire)

Guardiamo poi in dettaglio i nomi reali.. li riconoscete, no?

I maggiori finanziatori, nel 2008 (cliccare per ingrandire)

– ♦ –

Smettere di utilizzare farmaci per curare le malattie più comuni è una scelta che beneficia prima di tutto il nostro organismo. Anche il nostro portafogli ringrazia e di conseguenza si evita di arricchire le multinazionali miliardarie che alimentano una cultura innaturale e dannosa per la salute, come già Ivan Illich individuava nel suo saggio “Nemesi medica” (v. qui)

Allora, siete pronti per provarci?!

antropologicamente differenti

creano, mantengono e impongono il concetto di “presentabile”

pendono dalle labbra dell’apparenza, che inseguono disperatamente insieme agli altri valori “standard”

Published in: on 29 gennaio 2009 at 17:38  Comments (2)  
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dalla mail di un amico

empaticamente condivido, ergo copincollo:

“negli ultimi mesi si è rafforzata in me la sensazione che nessun lavoro in questa società potrà mai gratificarmi, a parte forse un lavoro nel sociale, perchè qualunque cosa andrò a fare, dall’umile facchino al mega-fisico-stellare starò comunque alimentando un sistema che non mi piace; quindi non si tratta più di trovare un lavoro che mi gratifichi come persona in questa società ma trovare qualcosa da fare che mi dia almeno l’impressione di stare facendo qualcosa di concreto per cambiare il sistema o perlomeno di non alimentarlo.
topo_campagna_citta2E’ proprio il fatto di abitare in città che non mi va giù; cioè da una parte mi piace, hai un sacco di comodità ed è anche bello andare in giro per stradine, guardare gli edifici,i monumenti e tutto il resto, però contemporaneamente so che solo per il fatto che sono qui, sto alimentando il capitalismo e il consumismo, posso stare attento quanto voglio ai prodotti che compro ma alla fine i soldi vanno nelle tasche dei soliti pochi, sto inquinando a bestia solo per il fatto di cagare e pisciare in un sistema fognario che si limita a sprecare acqua potabile,a inquinare i mari e a consumare petrolio a non finire per ridepurare quell’acqua, senza contare la spazzatura che produco, l’inquinamento e le guerre necessarie a darmi il cibo e l’energia per farmi una lavatrice e guardare i simpson in televisione; poi ci sono altre migliaia di cose, il discorso del denaro, il continuo martellare mediatico che ti rincoglionisce e ti indottrina senza che te ne accorgi,etc.etc.”

mo’ che faccio un figlio gli racconto sta storia. (link)

Published in: on 15 gennaio 2009 at 14:58  Lascia un commento  
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oppio in vendita

(alias “the concept of fooling“)

Dal giornale di oggi:

LA RELIGIONE NON E’ PIU’ L’OPPIO DEI POPOLI
Scagionati i preti dall’infame lavoro

“Potete andare”. Con queste parole l’establishment mondiale ha sbolognato un’orda di preti che promettevano il paradiso dopo le sofferenze della vita corrente; ha poi aggiunto “non ci serve piu’ la vecchia religione, ora ne abbiamo una nuova”.

pyramid_of_capitalist_systemTempi che cambiano, licenziato il clero assunti il marketing e la propaganda. “La gente non ci crede piu'” e quindi occorre ammodernare gli strumenti di rintontimento globale: bisogni indotti, retorica della carriera, un nuovo dio: il libero mercato, un nuovo atto di fede: un sistema basato sull’egoismo individuale porta al benessere collettivo.

Non serve piu’ prendere in prestito il pesante armamentario religioso per anestetizzare le masse; le classi dirigenti hanno trovato un nuovo oppio per proteggere il loro denaro: il denaro stesso.
La nuova tendenza nasce a Washington, passa per i libri di economia, poi decine di migliaia di professori stillano il verbo, i telegiornali lo ripetono, i capi di stato lo inseguono, la gente finisce per convincersi. E cosi’ ecco una nuova verita’.

Senza alcuna prova scientifica, contro l’evidenza e il buonsenso il nuovo culto viene issato a bandiera del nostro stile di vita. Tutti lo seguono, e’ il feticcio, e’ il kitch. Da ora in poi vivremo per la crescita (del PIL), e questa sara’ il regno di Dio in terra. La privatizzazione si deve fare perche’ e’ cosa buona e giusta, e ci portera’ -contro ogni precedente storico- verso un mondo migliore. La flessibilita’ e’ uno dei dogmi, da oggi in poi tutti precari!, me l’ha detto il dio mercato.

Enorme lo sforzo teologico per giustificare queste nuove credenze, si chiamano in ballo Smith, Ricardo e altri decrepiti per puntellare l’edificio. Toppe a colori, spiegazioni appiccicate con lo sputo, metodi di analisi tutt’altro che scientifici e cosi’ via fino a quando, con un tocco di magia, il tutto sta su.

Ammirate gente! ammirate! il capitalismo moderno! abbiamo riscritto i libri di storia, abbiamo occultato il colonialismo e l’imperialismo perche’ possiate credere che e’ tutto farina del nostro sacco!! abbiamo cancellato i piu’ fetidi secoli della nostra storia per farvi credere che e’ tutto frutto di una lenta e continua evoluzione e.. -indovinate un po’- crescita.
I colpi di stato, i rovesciamenti di governi democraticamente eletti non sono mai esistiti, il debito estero e’ un problema loro, mica il nostro strumento di dominio. La verita’ e’ che noi siamo i migliori perche’ siamo una democrazia!choose_life_trainspotting2

La societa’ ferroviaria mena il solco per i nuovi binari (non vorrai mica deragliare!): studia, carriera, lavora, famiglia, produci, consuma, crepa.

Ci colleghiamo col nostro inviato, “Come va la situazione?”
“Benone direi! Qua e la’ ci sono focolai sparsi di ribellione, ma nel complesso E’ TUTTO SOTTO CONTROLLO.”

Per oggi e’ tutto, buona giornata!

Published in: on 29 dicembre 2008 at 14:39  Lascia un commento  

Il sacro obbligo di lavorare

“chi puo’ permettersi di lavorare deve farlo”. giusto! e’ quello che penso anch’io! .. pero’ UN LAVORO DECENTE!!

erica, tu parli di sudore della fronte, ma non penso che tu abbia molto da sudare col tuo lavoro. vieni a lavare piatti e vedi poi quanta gioia di lavorare ti rimane!

il punto e’ che viviamo in un sistema sbagliato! un sistema che posiziona la gente in una piramide, in cui la base fa lavori indegni, sottopagati e che abbrutiscono! e il suddetto sistema guardacaso mette alla base della piramide immigrati e poveracci. io ho voluto provare che significa stare qui sotto, e anche se non immediatamente, comunque so come tirarmene fuori. e probabilmente e’ quello che faro’ ritornando a studiare.
pero’ il cazzo di problema di fare in questo modo e’ che io singolarmente mi sposto all’interno della piramide (e tra qualche anno potrei ritrovarmi in una scrivania accanto alla tua), ma se non ci saro’ io a lavare i piatti ci sara’ qualcun altro. qualcun altro che DAVVERO ha il sudore sulla fronte!

questo qualcun altro potrebbe stare in condizione ancora peggiore della mia: potrebbe essere costretto a pagare un affitto, e sapendo il rapporto stipendi/affitti qua a londra, potrebbe non riuscire a mettere nulla da parte. lavorerebbe per sopravvivere, passerebbe ore della sua giornata a servire il resto della piramide. una vita quotidiana fatta di lavoro manuale senza alcuna soddisfazione, senza alcun uso del cervello. insomma una gran vita di merda!

io mi sono rotto il cazzo di parlare quattro lingue, una laurea in mano, smanettare potentemente col computer e passare ore a lavare i piatti. eppure tu mi dici che devo lavorare. e allora vacci te a lavare i piatti!!
tu mi dici che qualcuno quel lavoro deve pur farlo, e allora ti rispondo facciamo a cambio e io mi prendo il lavoro creativo e intellettuale, mentre tu stai zitta per 11 ore di fila a maneggiare acqua bollente e sapone.

no! non se ne esce da questa diatriba. occhio per occhio e il mondo diventa cieco.
la verita’ e’ che non possiamo sostenere un mondo in cui ci sono le persone che usano il cervello e si ammalano nel fisico, e quelle che usano le braccia e si abbrutiscono nell’ignoranza!

non e’ che non mi piace lavorare! ho zappato letamato e vangato per mesi, e pure gratis, ma era il lavoro piu’ nobile del mondo perche’ lo facevo insieme agli altri e mangiavo con loro il cibo che loro stessi avevano fatto mesi prima.

se il sistema mi mette a lavare piatti e pavimenti alle dipendenze di un manipolo di ricconi che non mi parlano neanche e non mi danno un attimo di sosta per ore ed ore di fila.. beh, permetti che mi faccia un po’ schifo! e che rifugga con tutti i mezzi questo stato indegno che tralascia, castra tutte le attitudini individuali di una persona!

siamo PERSONE, non lavatrici!! si lavora per vivere, non si vive per lavorare!!

datemi un lavoro degno e lo faro’ volentieri!

non aspetto neanche che questo lavoro mi caschi dalle nuvole, me lo sto cercando da solo. pero’ cosi’ facendo -ripeto- mi metto apposto io, ma se non ci sono io a fare i lavori di merda ci sara’ qualcun altro. quello che bisogna fare e’ cambiare la forma della piramide!!

quando gandhi fondo’ l’ecovillaggio non ebbe dubbi che tutti i ruoli piu’ umilianti (pulire le latrine era riservato agli intoccabili) dovessero essere svolti A ROTAZIONE.
e non aveva dubbi sul fatto che nel lavoro quotidiano di ognuno ci dovesse essere una parte manuale ed una intellettuale. lui pur essendo direttore di un giornale e con tutto il casino che stava succedendo (sapete com’e’.. un fronte di liberazione nazionale dev’essere una cosa un po’ impegnativa da portare avanti..) non mancava mai alle due ore di filatura quotidiane. arcolaio, lana e gira gira gira.. due ore al giorno. lui che era il tassello centrale della rivoluzione indiana. 300 milioni di abitanti coinvolti. e lui filava e filava..

Published in: on 25 novembre 2008 at 16:49  Comments (2)  

attilio-mondobastardo 1-0

(sottotitolo “ricerche sull’economia del gratis“)

Ieri mi sono preso una delle soddisfazioni che probabilmente sono in pochi a potersele permettere: avere cosi’ tanto tempo libero da.. buttarlo!

squatto, e per soddisfare il mio bisogno di dormire non girano soldi.

riciclo il cibo che i supermercati buttano, nonostante sia ancora buono: e per il mio bisogno di mangiare non circolano soldi.

e se ne ho voglia, lavoro anche gratis!
ho lavorato non-pagato per una fiera del commercio equo:
perche’ non c’e’ bisogno di ricevere soldi per lavorare,
perche’ non c’e’ bisogno di ricevere soldi per avere soddisfazione,
perche’ per altri ho buttato il mio tempo, e invece nell’economia del gratis ho fatto la cosa piu’ normale del mondo: da una parte ti arriva cio’ di cui hai bisogno, dall’altra dai per altri a cui puoi essere utile,
perche’ non e’ detto che deve girare tutto intorno al denaro, che odio odio odio come le catene dell’umanita’.

denaro soldi stipendi paghe costi prezzi comprare vendere commercio lavoro salariato dipendenti padroni capitalisti capitali interessi debiti mutui casa bisogni sofferenza fatica dovere sforzo catene capo chino ingranaggi macchina il sistema odio odio odio quello che siamo diventati!

fiammaWWOOF COUCHSURFING BANCA DEL TEMPO ECONOMIA DEL DONO GRATUITA’ COOPERATIVE SUSSISTENZA!

non si scherza col lavoro. non si scherza con la vita.

RICORDIAMO CHE I BISOGNI SONO BISOGNI E VANNO SODDISFATTI anche se mancano quei dischetti dorati chiamati soldi!! non si da’ un prezzo ai diritti! non si monetarizza l’aria!

VOGLIO UN MONDO SENZA SOLDI!!

Published in: on 23 novembre 2008 at 01:51  Comments (2)  
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dov’e’ finita la magia??

oggi pome ho fatto un giro per pub, ristoranti e altri posti qui nel quartiere in cerca di lavoro. un tour della speranza a lasciare CV..

sto attraversando un periodo particolare, in cui mi accorgo che la magia e’ andata via.

prima, in questo anno e mezzo che ho passato in viaggio, ogni giorno era una scoperta, gente nuova, posti nuovi, vita semplice, povera.. autostop, couchsurfing, le comuni agricole, la gente come me..

tempesta2ora mi trovo in una citta’ a cercare qualcuno che mi dia lo sterco del demonio, i soldi.

prima esploravo il mondo, e riuscivo ad incantarmi; perche’ succedevano cose belle.
ora mi sforzo di rincorrere una banalita’ ed una routine, e pure in questo rincorrere un lavoro di merda, fallisco.

prima vivevo in un atteggiamento mentale diverso, di scoperta su altri orizzonti.
viaggiavo con Samira, ed era bello, scoprivamo le cose insieme.
viaggiavo da solo, e sulle strade incontravo altri angeli, altri gnomi, qualche fata, troll e folletti.. 🙂

eppure mi sentivo lontano dalla gente comune, i grigi (v. qui), che pur volevo aiutare. capivo meglio il loro mondo, ma allo stesso tempo ero fuori dalla loro routine.
per questo scelsi di fermarmi nella solare e gaia londra. desiderio di radici..

ora mi sento spento, alienato, costretto a prostituirmi per chi piu’ fotte il mondo.
prostituirmi? si’, ecco la definizione giusta! vendere il mio tempo, le mie energie, il mio contributo e la mia attivita’ a chi puo’ darmi del denaro. (!)
oggi cercavo lavoro nei bar, cioe’ posti in cui muratori polacchi sporchi di calce vanno ad ubriacarsi il venerdi’ sera.
oppure nei pub, dove giovani incoscienti si sottopongono ad una tassazione volontaria dettata da mode. [sono anni che detesto andare nei pub. mi piace la serata a casa, “VHS e se non bastasse su’ le casse” dice il profeta]

ho cercato lavoro anche nei negozi, quelli grandi. e piu’ erano grandi piu’ sapevo che avevo maggiori chances di trovarlo. ma i negozi grandi sono anche quelli che piu’ fottono la gente: strangolano i piccoli negozi con i loro prezzi convenienti, sfruttano i lavoratori, essendo multinazionali portano i capitali altrove, ecc..

per non parlare del bistro’ dove lavoro: servono carne.
io, da vegano (o quasi), sto lavorando per degli stronzi che indirettamente contribuiscono alla mattanza di milioni di animali.
io col mio lavoro sostengo il negozio. il negozio compra carne e da’ soldi al macello. sto sostenendo il mercato della carneficina.

insieme al consumo critico (evitare di comprare da aziende dannose) bisognerebbe fare anche il lavoro critico.. ma porca miseria quanto e’ difficile!!!
sembra che tutti i soldi ce li abbiano i peggio stronzi! perche’ dev’essere tutto cosi’ difficile??

torniamo un attimo in dietro. cosa ci faccio qui? cerco soldi per andare in sud america.
sembra che a questo mondo chi mi puo’ portare in sud america cerchi da me del denaro.
si da’ il caso che mi devo procurare questa cosa, e cio’ si fa lavorando.
pero’ quello che voglio io e’ un lavoro pulito! ma questo mondo non sembra darmelo. e allora piano piano sto cedendo ai compromessi, gia’ lavorando in un “grocery” carnazzaro, e poi cercando nei negozi, nei magazzini, nei ristoranti..

ma cosa sono tutti questi? avvoltoi che strumentalizzeranno il natale per fare piu’ soldi, e che mi prenderanno solo perche’ hanno extra-business in quel periodo, e gli serve qualcuno che sposti i pacchi in magazzino. arpie che hanno fatto del cibo una merce e sulle spalle dei sottoposti (camerieri, lavapiatti…) si fanno ricchi. e si permettono anche di buttare un sacco di roba da mangiare, perche’ tanto, alla fine, sono comunque in guadagno..

il lavoro critico..
a norimberga il dato piu’ agghiacciante fu che gli ufficiali nazisti, quando gli fu chiesto “perche’ lo hai fatto?” rispondevano “obbedivo. me lo hanno detto..”
oggi nel 2008 la gigantesca macchina della nostra societa’ avanza devastando e distruggendo tutto quello che riesce a succhiare da una terra sfruttata e violentata.
quando avremo finito tutto, e troveremo atomi radioattivi nel pesce degli oceani, o mercurio nella mozzarella di bufala campana, quando milioni di occidentali saranno alla fame perche’ non c’e’ piu’ il petrolio che porta il cibo dalla campagna alla citta’, e miliardi nel terzo mondo staranno in fin di vita per la nostra avidita’, quando avremo cacciato tutti i contadini dal brasile, per fare campi di colza per il nostro biodiesel, quando l’aria puzzera’ da far schifo, quando non ci saranno piu’ foreste a raccogliere la nostra anidride carbonica, quando i bimbi saranno tutti allergici ed asmatici, e sulla terra chilometri e chilometri quadri di cemento e asfalto..
..allora..
sara’ la norimberga del terzo millennio.
e ci chiederemo: come cazzo siamo arrivati a tutto cio’?
ci dicevamo piu’ intelligenti degli animali, ma prima abbiamo ucciso loro, e poi abbiamo ucciso noi stessi.
chi e’ responsabile di tutto questo?
l’impiegato dira’: io no, obbedivo. il muratore dira’: io no, avevo una famiglia da sfamare. il politico dira’: io ho fatto, ma la gente mi ha votato. l’azienda dira’: io non posso parlare perche’ non ho bocca, guarda dentro di me. il manager dira’: me l’ha detto il consiglio di amministrazione. il consiglio di amministrazione dira’: io rispondevo solo agli azionisti. e gli azionisti: noi non prendevamo le decisioni, avevamo solo pezzi di carta..

se io-attilio mancassi un solo giorno dal negozio (che ordina un prosciutto al giorno), in quel giorno il negozio si bloccherebbe. [il lavapiatti e’ un ruolo fondamentale, anche se e’ un lavoro a cervello zero, anche se sono l’ultima ruota del carro, ma la cucina dipende dagli attrezzi che io pulisco]
poi probabilmente il giorno dopo ci sarebbe un altro al mio posto. ma finche’ IO sono li’, quel lavoro in quel negozio (che ordina un prosciutto al giorno) lo sto facendo IO. finche’ ci sono io, sono io che supporto il sistema.

+ [una persona che si definisce ambientalista mi dice “Poi per motivi di lavoro, l’aereo lo prendo piu’ spesso, ma lì io non decido, e’ tutto gia’ prenotato.”]

allora? nessuno responsabile?
NO. TUTTI responsabili.

ognuno e’ colpevole di quanto ha danneggiato, e di quanto ha mancato di salvare.
ognuno ha contribuito col suo ruolo allo sfacelo. hai tagliato l’amazzonia? grande figlio di puttana. hai comprato lattine e bottiglie di plastica? piccolo figlio di puttana.
ma poi, chi ha tagliato l’amazzonia? chi l’ha ordinato o chi ha preso la motosega in mano?
e se chi ha preso la motosega lo ha fatto perche’ aveva bisogno di soldi per la propria famiglia?
e se chi lo ha ordinato e’ diventato capo perche’ non voleva prendere la motosega e rovinarsi la salute per una paga di merda?

perche’ bisogna fare cose cattive per procurarsi i soldi??

prima, non avevo l’ansia dei soldi (perche’ ce li avevo gia’ in tasca devo dire) e vivevo le mie giornate in un altro stato.
ora sono nel mondo di quelli che lavorano, e oscillo tra rabbia, tristezza, delusione e frustrazione.

-> la magia e’ andata via.. <-

mi chiedo: non staro’ seguendo una strada sbagliata? se questa e’ difficile, triste, grigia ed eticamente scorretta, non staro’ forse sbagliando qualcosa?

non ci sara’ forse “un’altra strada”?

tra il mio “prima” e l’ “adesso” c’e’ solo una differenza di lavoro/nonlavoro, soldi/nonsoldi, business/no-profit, nomadismo/stanzialita’ ?

non mi staro’ perdendo qualcosa?

APPELLO

a: tutti i maghi, fate, streghe e streghette,
fattucchiere, ciarlatani, sciamani e bonzi,
professoroni, sapienti, profeti e artisti,

“cercasi formula della magia perduta”

ne’ cicala ne’ formica, ma tutte e due le cose insieme..

.. senza che la formica devasti il mondo..
.. senza che la cicala sia improponibile..

~~ |.| ~~

per chi ha visto “il pianeta verde”:

qualcosa

la cicala e’ la formica 3.0

La formica da vecchia

Un giorno la formica invecchio’. Si risveglio’ all’improvviso che aveva sessant’anni, e nell’intimo delle sue lenzuola fece una riflessione.

guardo’ al tempo passato e si dispiacque di non aver fatto nulla che lavorare. la sua unica vita a questo mondo, passata ad accumulare e accumulare e accumulare.
insomma spostare oggetti, averne sempre di piu’.. ora poteva darli ai suoi formichini.. ma cio’ non toglieva il senso di inutilita’ della propria vita.

e poi i formichini cosa avrebbero dovuto farne di tutti questi beni?
si’, avrebbero avuto una vita piu’ agiata.. ma che farne se questa era stata svuotata? che senso aveva tutto cio’? avrebbero dovuto anche loro accumulare per trasmettere ai figli? solo questo? tutto qui la vita? una rincorsa continua?

La formichina vuole fare volontariato

Una formichina ando’ un giorno a fare volontariato. Ando’ ad accarezzare i piccoli afidi negri che le facevano tanta tenerezza e che aveva visto un giorno in tv. Porto’ loro anche un po’ di succo dolce.

Ora, dovete sapere che -anche nella realta’- gli afidi producono un succo dolce, detto “melata”. Le formiche “allevano” gli afidi e prelevano la melata. Leggi cosa dice Marco a proposito!

Mentre la formichina donava con grande soddisfazione agli afidini un po’ del succo dolce che loro stessi producevano, un afide un po’ piu’ irriverente degli altri si alzo’ e disse:
“cara formichina, grazie per quello che stai facendo, vedo che il tuo cuore e’ puro.
ma per favore di’ a quella gran baldracca della regina che e’ tutta colpa sua se siamo poveri, perche’ voi formiche ci rubate il succo dolce!!”

la formichina si senti’ offesa e subito rispose “ma come ti permetti..” quando l’afide la interruppe:

“cara amica, forse non lo sai e tu vuoi solo aiutarci. ma devi sapere che noi non avremmo bisogno del vostro ‘aiuto’ se la smetteste di vivere sulle nostre spalle!
cinque secoli fa voi formiche avete iniziato a depredarci, ‘colonialismo’ lo avete chiamato, e venti anni fa, dopo che avevamo strappato con la forza l’indipendenza, ci avete indebitato, e ora lavoriamo per pagare quel debito.
inoltre avete costruito un sistema per cui ci dividete tra noi afidi, e usate alcuni di noi per bastonare tutti gli altri. se uno vuole venire da voi, avete posto un sacco di impedimenti, cosi’ mentre suda per tirarsi fuori dalla merda, lavora per voi a buon mercato. e siccome sono in pochi quelli che ce la fanno, tutti gli altri continuano a lavorare per voi a buon mercato.. e il sistema va avanti, e voi che siete ai vertici ne traete il massimo vantaggio!”

la formichina si senti’ dapprima offesa e indispettita. poi si calmo’ un attimo e cerco’ di capire il discorso dell’afide. quindi rispose:

“ma io sono qui per aiutarvi! vi aiuto.. a svilupparvi!”

e l’afide:

“ho capito che lo fai col cuore, e ti ripeto che non sono arrabbiato con te, perche’ tu sola ci vuoi bene veramente.
sono arrabbiato con l’ipocrisia del sistema. volete ‘svilupparci’? bene, smettetela di depredarci!
noo.. voi volete donare al povero per sentirvi grandi. e non sarebbe soddisfacente se non fosse povero! volete tenerci in schiavitu’ e poi sentirvi generosi mentre ci aiutate!
volete aiutarci? bene, dateci quello che avete!

tu sei qui per aiutarci e quello che otterrai e’ farci salire un po’ piu’ su lungo la piramide.
ma finche’ non si cambia FORMA alla piramide, essa avra’ sempre una base, e se non saremo noi sara’ qualcun altro a fare il lavoro sporco per noi!”

La pena della cicala
(lavoro, non-lavoro, le pieghe del sistema)

Quando la cicala inizio’ a lavorare, senti’ una gran pena dentro di se’.
Sentiva che le giornate, le settimane scorrevano velocissime, e non viveva piu’ il tempo come prima.

Prima sentiva ogni minuto che passava, e faceva un sacco di cose, e ne imparava di nuove, conosceva un sacco di gente, e diventava ogni giorno piu’ esperta e piu’ saggia. Eppure non le mancava niente: ne’ da mangiare, ne’ da dormire.

Ora non possedeva piu’ il suo tempo. Il lavoro era noioso e la vita non la riempiva piu’ di gioia, come un tempo.

Prima, quando non lavorava, si chiedeva come potessero gli altri affannarsi tanto, e non prendersi qualche pausa ogni tanto.
Si sentiva anche un po’ in colpa perche’ non stava facendo niente, e qualcun altro stava lavorando per produrre il cibo che lei avrebbe mangiato.

Ora pero’ sentiva che la vita, la gioia, l’energia, stavano su tutta un’altra strada.

Sapete come aveva sopravvissuto la cicala, dopo che la formica le aveva risposto picche?
Aveva notato che dal formicaio buttavano un sacco di cibo ancora buono. Si era avvicinata e aveva mangiato fino a sazieta’.

Ora la sua pena era: in un sistema che produce fino al superfluo, che spreca l’inverosimile, in cui si puo’ vivere senza lavorare, valeva proprio la pena di lavorare?
Se la gioia e la vita stavano altrove, valeva la pena di dedicare la vita alla produzione?!
Valeva la pena di aderire al sistema con le sue leggi di produzione e guadagno, quando COMUNQUE se ne poteva sopravvivere al di fuori, e il sistema avrebbe COMUNQUE prodotto, extra-prodotto, buttato, sprecato un sacco di cose?
Non sarebbe stato piu’ semplice infilarsi nelle pieghe del sistema?

Il sistema riesce a produrre case e poi lasciarle vuote per 20 anni, riesce a produrre cibo e poi gettarlo ancora confezionato, riesce a costruire macchine e farci viaggiare una persona sola.
E poi ti mette al lavoro per due spiccioli.

Gli altri post della stessa serie sulla Cicala e la Formica:

https://piccoloverdeelfo.wordpress.com/2008/10/18/la-cicala-e-la-formica/
https://piccoloverdeelfo.wordpress.com/2008/10/19/la-cicala-e-la-formica-20/
https://piccoloverdeelfo.wordpress.com/2008/10/22/la-cicala-e-la-formica-30/
https://piccoloverdeelfo.wordpress.com/2008/10/28/la-cicala-o-la-formica-40/

come ulisse..

(alias, “breve apologia del viaggio”)

ciao a tutti e a tutte!

scusate se non mi sono fatto vivo! non sono neanche riuscito a rispondere alle accuse di parassitismo di erica perche’.. ero troppo impegnato a cercare lavoro 😀 😀 😀 !!
vedi erica, all’atto pratico in qualche modo stiamo dicendo le stesse cose, cioe’ io sto facendo cosi’: finche’ i soldi ci sono si viaggia, ora che stanno finendo si cerca lavoro. poi si cerca di sopravvivere come si puo’. e ti assicuro che mangiare fagioli in scatola non e’ divertente, ma se devo fare una divisione e al numeratore ci sono 300 euro, cosa ci devo mettere al denominatore? io provo a metterci 3-5 euro, cosi’ il risultato finale e’ che ho autonomia per 3 settimane.. (perche’ qualche spesa nel frattempo c’e’ SEMPRE) (dicevi che mangiare fuori costa di piu’.. a me costa 3-5 euro al giorno.. in svezia! chiaro che avere una dispensa ti fa risparmiare ancora di piu’, ma non posso portarmi chili di riso e legumi secchi sulle spalle, ne’ tantomeno il camping gas per cucinarli..)
cos’altro dovrei fare? il lavoro lo sto gia’ cercando! MA – e qui iniziano le divergenze – per me il lavoro non e’ un dovere, non e’ un fine in se’, bensi’ un mezzo, una cosa che serve SOLO a procurarsi dei soldi, e anche sti soldi non sono un fine in se’, ma il mezzo per il cibo o per altre cose di immediata necessita’.

per me il viaggio e’ un valore, una cosa a parte, non e’ semplice spostamento o turismo. e’ quello che aggiunge sapore alla vita, quello che mi fa scoprire le cose, che mi sta facendo molto piu’ da scuola rispetto a 3 anni di universita’, quello che mi sta curando dai miei problemi, che mi ha tirato fuori da un brutto stato d’animo e che ora mi porta ancora piu’ su, quello che mi da’ speranza, e mi fa capire come si possono fare le cose, che rompe la campana di vetro in cui tutti noi cresciamo, che mi fa vedere altre cose e altri mondi, che mi fa conoscere persone e imparare tanto da loro..
il viaggio e’ energia vitale!

mi ha rapito, mi ha conquistato, ti apre la mente come poche cose al mondo. e io ADORO tutto questo!

cambiare il mondo? egoismo? quello che sento e’ che facendo cosi’ divento piu’ capace, e sicuramente sono piu’ in grado di cambiare le cose di quanto non lo fossi prima.
si impara a guardare, si impara la cultura, i comportamenti umani, la varieta’ del mondo, si relativizza il posto dove si e’ nati, si impara a guardarlo con occhi esterni, illuminato da una cultura nuova e si vede “cio’ che manca, e cio’ che c’e'”.. come puo’ tutto questo non essere importante per l’impegno sociale?

e’ la cultura del viaggio. e cultura e’ anche accettare chi viaggia.
in bosnia mi hanno detto che secondo la mentalita’ comune quando finisci gli studi devi spendere tutti i tuoi sforzi per costruirti la casa, e che stai sprecando il tuo tempo se non lo fai.
nei popoli di origine anglosassone e scandinava e’ LA NORMA, finite le superiori, girare il mondo per un anno e poi iscriversi all’universita’.
in occidente c’e’ il feticcio del lavoro, dei soldi, della carriera, della famiglia e degli acquisti.
fossimo nati in una tribu’ nomade, o tra i cosiddetti “zingari” sarebbe del tutto normale spostarsi da un posto all’altro, vivere una vita diversa dalla nostra, arrangiarsi e avere valori diversi dai nostri, e anche molti meno oggetti.
sono tutte culture diverse, e stanno tutte sotto lo stesso cielo. hanno tutte dignita’? ci sono culture superiori e culture inferiori? il feticismo del lavoro deve assolutamente prevalere su tutto?

cosa si vive a fare? “che vale al pastor la sua vita” si chiedeva leopardi? arrivi [e’ un TU generico] alla pensione e guardi al passato, a come ti sei fatto il culo per costruirti e hai passato gli anni migliori ad avvitare bulloni o mandare fax, che hai vissuto a fare?
hai vissuto per lavorare, o il lavoro ti serve per vivere?
quali sono le gioie in questo mondo? cosa puo’ rendere la nostra esistenza piu’ gradevole?
che ci facciamo in questo mondo? chi ci ha messo qui? e dopo che ci ritroviamo qui, cosa dobbiamo fare?
il “sistema” ha una risposta a tutto questo, ed e’ lavora, fatti una carriera, una famiglia, poi spendi, compra, lascia ai figli e muori in santa pace.
io sono qui per scoprire cosa c’e’ di diverso rispetto a tutto cio’, perche’ se lo devo seguire mi sento in gabbia.
e vi assicuro che sto scoprendo moooolto. noi siamo solo UNA delle possibili risposte al “dilemma esistenziale”, solo UNO dei tanti possibili modelli di vita, UNA delle innumerevoli e possibili culture.

“se non questa, cosa?” non saro’ io a dirlo! che ognuno la trovi da se’, perche’ ognuno e’ differente e ha il diritto a mettersi nella vita che piu’ si attacca al suo corpo. l’importante e’ sapere che QUALCOS’ALTRO C’E’, e mettersi alla ricerca..

fatti non foste per viver come bruti..

– “ulisse, vai a lavorare! all’inferno devi finire!”

sulle spalle degli altri

tante volte avevo sentito parlare di “sfruttamento” dei paesi poveri, ma non riuscivo bene a capire cosa fosse.
gesualdi nei suoi libri parlava di lavoratori del sud e consumatori del nord, ma la cosa non mi colpiva molto perche’ non riuscivo a trovare nella realta’ quotidiana la corrispondenza di quest’affermazione.

poi col passare del tempo ho iniziato a vedere davvero questo fenomeno, e man mano mi e’ piu’ chiaro. in poche parole:
gran parte degli oggetti che utilizziamo viene dal sud del mondo, cioe’ LORO hanno lavorato per farcelo e NOI lo abbiamo comprato a basso costo.

sebbene in agricoltura la maggior parte delle cose viene prodotta e consumata nei confini nazionali, tuttavia le cose sono ben diverse nel settore artigianale ed industriale. provengono dal sud del mondo (molto spesso):
scarpe, vestiti e accessori, tessuti;
televisori, lettori cd e dvd, computer;
componenti di automobili;
componenti elettrici e oggetti a bassa tecnologia;
elettrodomestici (aspirapolveri, robot da cucina, lampade..)

in agricoltura? come dicevo la maggior parte della produzione e’ “locale”, non come un GAS, ma nel senso che l’europa e’ autosufficiente sul piano dei cereali (anzi, e’ in sovrapproduzione, e i prodotti sono sovvenzionati tanto da essere ESPORTATI nei paesi meno sviluppati, dumpando l’economia locale.. ma lasciamo perdere, questa e’ un’altra storia, approfondimenti: qui pag. 3 e 11)

tuttavia vi sono comunque milioni di tonnellate di prodotti agricoli che viaggiano da sud a nord. si tratta di prodotti superflui, molto richiesti in occidente e che servono ai paesi del sud per procurarsi dollari ed euro per pagare il debito estero (per questo le coltivazioni si chiamano cash crops). sto parlando di: te’, caffe’, cacao, tabacco, zucchero, olio di palma, cocco, ananas, banane e altri frutti tropicali.

ha sede (spesso) nel sud del mondo anche l’attivita’ estrattiva di minerali e idrocarburi: il rame del cile, i minerali del sudafrica, il petrolio russo e arabo, i diamanti della sierra leone (in guerra civile da 20 anni), ecc..

ma insomma qui che si fa? l’edilizia e’ locale (ovviamente direi..), ma la manodopera e’ spesso immigrata. la finitura nel tessile, e anche qui molto spesso la manodopera e’ immigrata. l’assemblaggio di automobili e parte della produzione dei componenti, ma anche in questo caso buona parte della manodopera e’ immigrata.
per non parlare della raccolta degli ortaggi (v. “Io schiavo in Puglia“, inchiesta-diario di Fabrizio Gatti sulla raccolta di pomodori nel foggiano), dove si raggiungono livelli di violenza e schiavismo degni dell’antico egitto, ovviamente ai danni di immigrati.

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riassumendo un po’: godiamo di un benessere – materiale – che e’ frutto del lavoro di altri. ma come e’ potuto succedere?

da una parte c’e’ la forza della nostra moneta, che ha un potere d’acquisto molto alto: comprando nei paesi poveri i prezzi ci sembrano piu’ bassi.
poi c’e’ la tendenza da parte delle aziende a spostare la produzione nei paesi dove la manodopera costa meno: ungheria, romania, ma anche cina, taiwan, vietnam, tailandia, ecc..

infine la piaga del debito estero: una diabolica invenzione con cui pochi paesi ricchi hanno messo il cappio al collo di centinaia di paesi piu’ poveri. in breve: c’e’ stato un momento in cui era conveniente indebitarsi, poi l’inflazione degli anni ’80 e le manovre di thatcher e reagan hanno reso il debito una trappola. ora la situazione e’ che una parte cospicua del PIL dei paesi del sud viene utilizzata per pagare gli interessi. il debito non viene sanato, i soldi vanno per gli interessi e non per ospedali-scuole-ecc.. e in piu’ i paesi del sud devono riformare la loro economia in senso liberista se vogliono il rinnovo del prestito (di cui hanno assoluto bisogno) (interessante? approfondisci su: wikipedia e peacelink)

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tutto questo si chiama globalizzazione, delocalizzazione, neoliberismo e imperialismo occidentale. la prossima volta che sentirete parlare dei noglobal e delle loro proteste cercate di ricordarvi un po’ di queste cose..