De gentium stupiditate

(piu’ qualche commento su Brian di Nazareth)

Avevo iniziato a rispondere ad Alessandro sotto forma di commento. Non per contraddire, ma semplicemente lasciandomi ispirare da quello che mi aveva fatto venire in mente. Scribacchiando scribacchiando, ne e’ nato un post; eccolo:

Passo ore ad interrogarmi sul “perche’ pensiamo quello che pensiamo?”

Ultimamente uso l’aggettivo “stupido” non tanto con riferimento all’intelligenza o all’istruzione, quanto piuttosto all’insieme delle SCELTE di una persona o un popolo e alle conseguenze di queste scelte.

In un ipotetico “De gentium stupiditate” potrei annoverare, tra le tante:

– l’enorme progresso scientifico, tecnologico, nelle comunicazioni, nella conoscenza globale storica, naturale-biologica-ecologica, ecc.. EPPURE nonostante questo grandioso balzo in avanti il “sistema umanita’” nel complesso non sta che deturpando il mondo dal quale si nutre, sta segando il ramo dell’albero sui cui e’ seduto. Non e’ Ridicolo che aumentano la conoscenza e la comunicazione e nel complesso “siamo” un essere Stupido che tra soli 20-30 anni si trovera’ a rimpiangere cio’ che ha rovinato?

– la capacita’ di eleggere per la terza volta berlusconi nonostante sia evidente che non fa nulla di buono per il paese, anzi, fa di tutto per rincoglionirlo, tenerlo sotto controllo, raccontare bugie e salvare se stesso e la propria cerchia di amici.

– la capacita’ soprannaturale di comprare cose costose, desiderarle, e poi lavorare full-time per ottenerle. Adottare stili di vita costosi (v. automobile = rate+benzina+assicurazione+bollo+manutenzione+parcheggio = vivi per mantenerla) e poi non avere piu’ tempo per fare le cose che portano gioia. O peggio ancora, essersi dimenticati come si fa a stare bene con poco e ritrovarsi con un mare di chincaglie che scattano foto a 10Mpixel, fanno musica in dolby surround, proiettano immagini nitidissime nello spessore di 4cm, ecc..
calore freddo.

– la capacita’ squisitamente tipica di molti credenti di tralasciare i messaggi delle loro religioni per attaccarsi -come una cozza allo scoglio- alla persona che li ha pronunciati o, e qui mi stupisco persino, all’integrita’ del buco da cui e’ uscito il loro profeta.
E’ soprattutto su questo che punta il film Brian di Nazareth che, lungi dal voler essere offensivo nei confronti della religione cristiana o dal non rispettare la figura del profeta in se’ per se’, e’ piuttosto un monumento alla stupidita’ umana.

Ci sono scene deliziose in cui Brian -che non e’ Gesu’- mentre cerca di fuggire dalla folla che lo crede il messia perde accidentalmente un sandalo, e prontamente c’e’ chi si alza a dire “ci ha dato un segno! facciamo come lui, togliamoci una scarpa!” e chi subito risponde “no! significa che dobbiamo raccogliere scarpe da terra!” e gran baruffa!

Altra scena epica e’ quando tutto il popolo si riunisce sotto casa di Brian -sempre perche’ lo crede il messia- e questi fa tutto un discorso per mandarli via, dicendo che devono ragionare con la loro testa e che la cosa sbagliata e’ farsi dire da qualcun altro cosa devono fare. volete sapere come reagisce il popolo? grida in perfetta sincronia “grazie! ora dicci qualcos’altro!”
E quando Brian aggiunge “siete tutti degli individui” e una voce sola accenna “ma quindi..” allora tutti lo zittiscono immediatamente.

Questo e’ Brian di Nazareth! Una riflessione acutissima e spassosa sulla stupidita’ umana, che riguarda non solo la dabbenaggine nel campo religioso, ma fa anche una critica spietata dei Movimenti e dei gruppi di attivisti (leggi: la nostra sinistra e la nostra area extra-parlamentare): sempre divisi tra di loro (nel film c’e’ una sola cosa che il fronte popolare DI GIUDEA odia piu’ dei romani: il fronte popolare GIUDAICO), troppo persi in chiacchiere e poco volti all’azione, l’esaltazione del martirio, gli atteggiamenti formali, ecc..

Ritornando al commento di Alessandro, non so esattamente perche’ delle vignette su maometto in danimarca provocano malumori nel mediterraneo, ne’ perche’ quando calderoli (all’epoca ministro) si fa la maglietta con le suddette vignette e la mostra in tv allora delle suore italiane vengono uccise in libia.
Penso a questo: in tanti si sono indispettiti ma solo tre o quattro -contrariamente ad ogni insegnamento divino- hanno commesso un atto violento. beh, cos’avevano queste persone nella testa se non cinque etti di segatura? qual e’ la differenza tra tutto un popolo che storce il naso e quei soli tre o quattro idioti che ben decidono di assassinare degli innocenti?

“Stupidita’” sono solito chiamarla forse con improprieta’ di linguaggio, ma con abitudine ormai consolidata da ogni volta che -ad esempio- trovo del cibo perfetto nella spazzatura.

Ennesimo capitolo del De gentium stupiditate. So perfettamente ad ogni singolo passaggio della catena produttiva cos’e’ successo: gli ordini, il magazzino, le leggi sulla sicurezza alimentare, ecc.. eppure nel complesso il “sistema” ha impiegato del tempo, del denaro, delle risorse, della fatica umana per produrre quelle cose, per trasportarle, per metterle in bella mostra, per pubblicizzarle in tv, per farle desiderare ai bambini, dei genitori hanno detto “no”, EPPURE dopo tutto questo prodigio del capitalismo moderno chili e chili di banane, pomodori, formaggio, carne (col suo impatto ecologico 10 volte superiore ai vegetali) si trovano abbandonati nel cassonetto, alla fine della catena produttiva dove sono ormai rassegnati ad essere sprecati.

E c’e’ gente che fa lo straordinario.. e c’e’ chi muore di fame.. e c’e’ chi mangia solo al discount.. e c’e’ chi ha il macchinone..

Anche in tutto questo ci vedo un pelo di Stupidita’. Della comunita’ umana.

Published in: on 7 febbraio 2009 at 15:35  Comments (3)  

la cicala e’ la formica 3.0

La formica da vecchia

Un giorno la formica invecchio’. Si risveglio’ all’improvviso che aveva sessant’anni, e nell’intimo delle sue lenzuola fece una riflessione.

guardo’ al tempo passato e si dispiacque di non aver fatto nulla che lavorare. la sua unica vita a questo mondo, passata ad accumulare e accumulare e accumulare.
insomma spostare oggetti, averne sempre di piu’.. ora poteva darli ai suoi formichini.. ma cio’ non toglieva il senso di inutilita’ della propria vita.

e poi i formichini cosa avrebbero dovuto farne di tutti questi beni?
si’, avrebbero avuto una vita piu’ agiata.. ma che farne se questa era stata svuotata? che senso aveva tutto cio’? avrebbero dovuto anche loro accumulare per trasmettere ai figli? solo questo? tutto qui la vita? una rincorsa continua?

La formichina vuole fare volontariato

Una formichina ando’ un giorno a fare volontariato. Ando’ ad accarezzare i piccoli afidi negri che le facevano tanta tenerezza e che aveva visto un giorno in tv. Porto’ loro anche un po’ di succo dolce.

Ora, dovete sapere che -anche nella realta’- gli afidi producono un succo dolce, detto “melata”. Le formiche “allevano” gli afidi e prelevano la melata. Leggi cosa dice Marco a proposito!

Mentre la formichina donava con grande soddisfazione agli afidini un po’ del succo dolce che loro stessi producevano, un afide un po’ piu’ irriverente degli altri si alzo’ e disse:
“cara formichina, grazie per quello che stai facendo, vedo che il tuo cuore e’ puro.
ma per favore di’ a quella gran baldracca della regina che e’ tutta colpa sua se siamo poveri, perche’ voi formiche ci rubate il succo dolce!!”

la formichina si senti’ offesa e subito rispose “ma come ti permetti..” quando l’afide la interruppe:

“cara amica, forse non lo sai e tu vuoi solo aiutarci. ma devi sapere che noi non avremmo bisogno del vostro ‘aiuto’ se la smetteste di vivere sulle nostre spalle!
cinque secoli fa voi formiche avete iniziato a depredarci, ‘colonialismo’ lo avete chiamato, e venti anni fa, dopo che avevamo strappato con la forza l’indipendenza, ci avete indebitato, e ora lavoriamo per pagare quel debito.
inoltre avete costruito un sistema per cui ci dividete tra noi afidi, e usate alcuni di noi per bastonare tutti gli altri. se uno vuole venire da voi, avete posto un sacco di impedimenti, cosi’ mentre suda per tirarsi fuori dalla merda, lavora per voi a buon mercato. e siccome sono in pochi quelli che ce la fanno, tutti gli altri continuano a lavorare per voi a buon mercato.. e il sistema va avanti, e voi che siete ai vertici ne traete il massimo vantaggio!”

la formichina si senti’ dapprima offesa e indispettita. poi si calmo’ un attimo e cerco’ di capire il discorso dell’afide. quindi rispose:

“ma io sono qui per aiutarvi! vi aiuto.. a svilupparvi!”

e l’afide:

“ho capito che lo fai col cuore, e ti ripeto che non sono arrabbiato con te, perche’ tu sola ci vuoi bene veramente.
sono arrabbiato con l’ipocrisia del sistema. volete ‘svilupparci’? bene, smettetela di depredarci!
noo.. voi volete donare al povero per sentirvi grandi. e non sarebbe soddisfacente se non fosse povero! volete tenerci in schiavitu’ e poi sentirvi generosi mentre ci aiutate!
volete aiutarci? bene, dateci quello che avete!

tu sei qui per aiutarci e quello che otterrai e’ farci salire un po’ piu’ su lungo la piramide.
ma finche’ non si cambia FORMA alla piramide, essa avra’ sempre una base, e se non saremo noi sara’ qualcun altro a fare il lavoro sporco per noi!”

La pena della cicala
(lavoro, non-lavoro, le pieghe del sistema)

Quando la cicala inizio’ a lavorare, senti’ una gran pena dentro di se’.
Sentiva che le giornate, le settimane scorrevano velocissime, e non viveva piu’ il tempo come prima.

Prima sentiva ogni minuto che passava, e faceva un sacco di cose, e ne imparava di nuove, conosceva un sacco di gente, e diventava ogni giorno piu’ esperta e piu’ saggia. Eppure non le mancava niente: ne’ da mangiare, ne’ da dormire.

Ora non possedeva piu’ il suo tempo. Il lavoro era noioso e la vita non la riempiva piu’ di gioia, come un tempo.

Prima, quando non lavorava, si chiedeva come potessero gli altri affannarsi tanto, e non prendersi qualche pausa ogni tanto.
Si sentiva anche un po’ in colpa perche’ non stava facendo niente, e qualcun altro stava lavorando per produrre il cibo che lei avrebbe mangiato.

Ora pero’ sentiva che la vita, la gioia, l’energia, stavano su tutta un’altra strada.

Sapete come aveva sopravvissuto la cicala, dopo che la formica le aveva risposto picche?
Aveva notato che dal formicaio buttavano un sacco di cibo ancora buono. Si era avvicinata e aveva mangiato fino a sazieta’.

Ora la sua pena era: in un sistema che produce fino al superfluo, che spreca l’inverosimile, in cui si puo’ vivere senza lavorare, valeva proprio la pena di lavorare?
Se la gioia e la vita stavano altrove, valeva la pena di dedicare la vita alla produzione?!
Valeva la pena di aderire al sistema con le sue leggi di produzione e guadagno, quando COMUNQUE se ne poteva sopravvivere al di fuori, e il sistema avrebbe COMUNQUE prodotto, extra-prodotto, buttato, sprecato un sacco di cose?
Non sarebbe stato piu’ semplice infilarsi nelle pieghe del sistema?

Il sistema riesce a produrre case e poi lasciarle vuote per 20 anni, riesce a produrre cibo e poi gettarlo ancora confezionato, riesce a costruire macchine e farci viaggiare una persona sola.
E poi ti mette al lavoro per due spiccioli.

Gli altri post della stessa serie sulla Cicala e la Formica:

https://piccoloverdeelfo.wordpress.com/2008/10/18/la-cicala-e-la-formica/
https://piccoloverdeelfo.wordpress.com/2008/10/19/la-cicala-e-la-formica-20/
https://piccoloverdeelfo.wordpress.com/2008/10/22/la-cicala-e-la-formica-30/
https://piccoloverdeelfo.wordpress.com/2008/10/28/la-cicala-o-la-formica-40/

la cicala e la formica

c’erano una volta una cicala ed una formica.

la formica lavorava e lavorava, mentre la cicala passava tutte le giornate a suonare e cantare.

la formica diceva “cosa fai tu li’? non pensi al tuo futuro? dovresti lavorare come me per mettere da parte le provviste!”

ma la cicala non le dava ascolto, anzi, continuava a suonare e cantare come se nulla fosse.

la formica era terribilmente incazzata e oppressa, perche’ avrebbe voluto anche lei suonare e cantare, e lo avrebbe fatto sicuramente se non fosse stata educata – fin da quando era piccina – a lavorare e lavorare, e mettere da parte, e risparmiare e fare carriera.
non che volesse diventare regina, ma almeno voleva un tenore di vita decente.

ma quello che la faceva irritare di piu’ era proprio che la cicala stava li’ a suonare e cantare, mentre lei doveva lottare contro se stessa per costringersi a lavorare.
non sarebbe stata cosi’ irritata se non fosse stato per questo desiderio frustrato, e per il fatto che la cicala incarnava pienamente il suo sogno abbandonato.

tutto quello che la formica aveva da fare era una SCELTA. chiara. semplice. ma decisa.
e invece si limitava a non-scegliere, cioe’ farsi guidare dagli altri.
era cosi’ facile assecondare le decisioni prese dagli altri: consigli, abitudini, routine, buon senso, gli amici, i parenti… era tutto cosi’ semplice e riposante. lasciava la coscienza in pace.
.. e intanto la cicala continuava a suonare e cantare.

poi venne l’inverno, e la cicala si trovo’ senza cibo. ando’ a bussare alla porta della formica.
questa disse “te l’avevo detto io! io non ti daro’ niente! ben ti sta!”
e lo disse quasi con un tocco di soddisfazione!
gia’, soddisfazione nel negare del cibo a chi ne aveva bisogno. pero’ aveva fatto quello che era giusto!

cari amici, non sappiamo che fine abbia fatto la cicala, ma se ogni estate le cicale sono li’ a fare musica, significa che in qualche modo quella cicala ce l’ha fatta.

e la formica?

fece una vita normale: mise su un formicaio normale, con un formico di buona famiglia e tanti formichini.
ora sta pagando la macchina a rate, l’affitto. nella vita lavora, e aspetta la pensione, fino a quando crepera’ e lascera’ al mondo i formichini, che dovranno lavorare e lavorare e lavorare..

Gli altri post della stessa serie sulla Cicala e la Formica:

https://piccoloverdeelfo.wordpress.com/2008/10/18/la-cicala-e-la-formica/
https://piccoloverdeelfo.wordpress.com/2008/10/19/la-cicala-e-la-formica-20/
https://piccoloverdeelfo.wordpress.com/2008/10/22/la-cicala-e-la-formica-30/
https://piccoloverdeelfo.wordpress.com/2008/10/28/la-cicala-o-la-formica-40/

Published in: on 18 ottobre 2008 at 00:51  Comments (6)  
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sulle spalle degli altri

tante volte avevo sentito parlare di “sfruttamento” dei paesi poveri, ma non riuscivo bene a capire cosa fosse.
gesualdi nei suoi libri parlava di lavoratori del sud e consumatori del nord, ma la cosa non mi colpiva molto perche’ non riuscivo a trovare nella realta’ quotidiana la corrispondenza di quest’affermazione.

poi col passare del tempo ho iniziato a vedere davvero questo fenomeno, e man mano mi e’ piu’ chiaro. in poche parole:
gran parte degli oggetti che utilizziamo viene dal sud del mondo, cioe’ LORO hanno lavorato per farcelo e NOI lo abbiamo comprato a basso costo.

sebbene in agricoltura la maggior parte delle cose viene prodotta e consumata nei confini nazionali, tuttavia le cose sono ben diverse nel settore artigianale ed industriale. provengono dal sud del mondo (molto spesso):
scarpe, vestiti e accessori, tessuti;
televisori, lettori cd e dvd, computer;
componenti di automobili;
componenti elettrici e oggetti a bassa tecnologia;
elettrodomestici (aspirapolveri, robot da cucina, lampade..)

in agricoltura? come dicevo la maggior parte della produzione e’ “locale”, non come un GAS, ma nel senso che l’europa e’ autosufficiente sul piano dei cereali (anzi, e’ in sovrapproduzione, e i prodotti sono sovvenzionati tanto da essere ESPORTATI nei paesi meno sviluppati, dumpando l’economia locale.. ma lasciamo perdere, questa e’ un’altra storia, approfondimenti: qui pag. 3 e 11)

tuttavia vi sono comunque milioni di tonnellate di prodotti agricoli che viaggiano da sud a nord. si tratta di prodotti superflui, molto richiesti in occidente e che servono ai paesi del sud per procurarsi dollari ed euro per pagare il debito estero (per questo le coltivazioni si chiamano cash crops). sto parlando di: te’, caffe’, cacao, tabacco, zucchero, olio di palma, cocco, ananas, banane e altri frutti tropicali.

ha sede (spesso) nel sud del mondo anche l’attivita’ estrattiva di minerali e idrocarburi: il rame del cile, i minerali del sudafrica, il petrolio russo e arabo, i diamanti della sierra leone (in guerra civile da 20 anni), ecc..

ma insomma qui che si fa? l’edilizia e’ locale (ovviamente direi..), ma la manodopera e’ spesso immigrata. la finitura nel tessile, e anche qui molto spesso la manodopera e’ immigrata. l’assemblaggio di automobili e parte della produzione dei componenti, ma anche in questo caso buona parte della manodopera e’ immigrata.
per non parlare della raccolta degli ortaggi (v. “Io schiavo in Puglia“, inchiesta-diario di Fabrizio Gatti sulla raccolta di pomodori nel foggiano), dove si raggiungono livelli di violenza e schiavismo degni dell’antico egitto, ovviamente ai danni di immigrati.

*–*

riassumendo un po’: godiamo di un benessere – materiale – che e’ frutto del lavoro di altri. ma come e’ potuto succedere?

da una parte c’e’ la forza della nostra moneta, che ha un potere d’acquisto molto alto: comprando nei paesi poveri i prezzi ci sembrano piu’ bassi.
poi c’e’ la tendenza da parte delle aziende a spostare la produzione nei paesi dove la manodopera costa meno: ungheria, romania, ma anche cina, taiwan, vietnam, tailandia, ecc..

infine la piaga del debito estero: una diabolica invenzione con cui pochi paesi ricchi hanno messo il cappio al collo di centinaia di paesi piu’ poveri. in breve: c’e’ stato un momento in cui era conveniente indebitarsi, poi l’inflazione degli anni ’80 e le manovre di thatcher e reagan hanno reso il debito una trappola. ora la situazione e’ che una parte cospicua del PIL dei paesi del sud viene utilizzata per pagare gli interessi. il debito non viene sanato, i soldi vanno per gli interessi e non per ospedali-scuole-ecc.. e in piu’ i paesi del sud devono riformare la loro economia in senso liberista se vogliono il rinnovo del prestito (di cui hanno assoluto bisogno) (interessante? approfondisci su: wikipedia e peacelink)

*–*

tutto questo si chiama globalizzazione, delocalizzazione, neoliberismo e imperialismo occidentale. la prossima volta che sentirete parlare dei noglobal e delle loro proteste cercate di ricordarvi un po’ di queste cose..

il viaggio..

AGGIORNATO!!
LEGGI SOTTO!!

.. ha alti e bassi!

ieri sono partito da lund, ho aspettato due ore e poi un tipo mi ha preso per 10km. mi ha lasciato e.. c’era un altro autostoppista! Sonder, 24 anni, dall’estonia. era andato giu’ in spagna e stava tornando da bilbao. ci aveva messo tre settimane 🙂
il suo obiettivo e’ arrivare all’estremo nord d’europa, sui fiordi norvegesi, e trovare lavoro e un po’ d soldini per andare in india..

abbiamo iniziato ad autostoppare insieme, e si e’ fermata un’auto dopo 15 min! wow! ci ha portato fino ad helsingborg. li’ abbiamo attraversato la citta’ a piedi e abbiamo raggiunto un Lidl sull’autostrada.

c’erano dei cassonetti e abbiamo rovistato un po’. RAGAZZI NON CI POTETE CREDERE! un cassonetto intero pieno di banane perfette! ma in che cazzo di mondo viviamo!!
e negli altri c’erano pizze surgelate scadute qlc giorno prima, intere confezioni di pancarre’, ananas, pomodori appena ammaccati.. cinque cassonetti!!
follia.. il capitalismo, le crisi di sovrapproduzione, la legge del profitto, lo sfruttamento della natura, e dei lavoratori.. in che cazzo di mondo viviamo..

abbiamo dormito su di un prato, e stamattina ha iniziato a piovere. abbiamo fatto un po’ di autostop ma non ci prendeva nessuno. poi ci siamo separati perche’ lui voleva provare un altro posto.

io e’ da stamattina che ci provo, sono le 6 di pome e non ho ancora trovato un passaggio. (ora scrivo dalla biblioteca di ålstorp)
piove, io sono bagnato e fa freddo.

ho ricevuto una risposta da una couchsurfer di helsingborg, vedo di tornare li’ cosi’ ho un posto caldo e chiuso per dormire.

ciauuuuuuuuuu!!!!!!!!!!

PS: AGGIORNAMENTI SERALI:

il dio dei viaggiatori mi ha svoltato la giornata!

1) la segretaria della biblioteca mi ha offerto un passaggio per helsingborg
2) mi ha accompagnato fin sotto casa della tipa che mi doveva ospitare
3) la tipa di couchsurfing e’ simpatica, carina e vegetariana
4) mi ha svoltato una giornata di lavoro: domani si fanno un po’ di soldini!!
5) sono asciutto, docciato e al calduccio!

ce’.. che cosa vuoi di piu’?! (altro…)

Published in: on 26 Maggio 2008 at 18:06  Comments (2)  
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le dimensioni del mio caos

(alias, “grazie caparezza per quest’ulteriore splendido album“)

gia’ qualche giorno fa avevo parlato dell’ultimo album di caparezza, ma forse occorre citarlo di nuovo perche’ piu’ lo ascolto piu’ mi rendo conto di quanto sia un piccolo capolavoro. (gia’ la foto fa venire la pelle d’oca)

creativo nei testi, altissimo il livello della musica, straordinario a livello dei contenuti.

caparezza e’ riuscito ad infilare nei 14 brani dell’album una quantita’ sorprendente di temi, tutti non certo abituali per la musica italiana, tutti molto importanti, e soprattutto mi piace il taglio che ne da, la prospettiva.

ragazzi non e’ mica un testo di sociologia, o una conferenza, “sono solo canzonette”, eppure quanta roba ci ha messo dentro:

sessantotto, movimenti studenteschi, movimento hippie

mercificazione della sessualita’, pornografia, repressione sessuale

bigottismo

programmi demenziali della tv, spegnimento dei cervelli

revisionismo storico

ipocrisie nel Movimento

grandi opere, mafia, massoneria, impatto sull’ambiente, inganno dei politici, sudditanza delle masse

sfruttamento della manovalanza nell’agricoltura in puglia, sicurezza sul lavoro, turismo di massa incosciente, morti sul lavoro, impianti industriali velenosi, emigrazione

videogiochi

progresso tecnologico e ingiustizie sociali, privatizzazione dell’acqua

falsita’ dei parchi divertimenti, esternalita’ sui lavoratori

maschilismo, violenza, omosessualita’, consumismo, parita’ tra i sessi

me generation e narcisismo

precarieta’, poverta’ quotidiana e vita delle famiglie operaie

zoologia: la societa’ perfetta dei bonobo 🙂

I… tanti comandamenti del perfetto consumatore

A volte al supermercato mi sembra di avere piu’ precetti di un ebreo osservante superconvinto!!

Scrivo con ironia, ma e’ davvero cosi’ che dovremmo comportarci per contrastare (o almeno non-contribuire) ad un sistema perverso, che riesce a vendere l’impossibile e l’indecente solo perche’ costa di meno, o perche’ e’ attraente.
L’economia moderna e’ la dimostrazione di come il capitalismo possa produrre danni enormi sulle persone e sull’ambiente e tutto solo per inseguire la legge del profitto.

Se Mose’ fosse ancora vivo, Dio gli avrebbe dato le “Tavole 2.0”, che qui trascrivo:

1. Non comprerai cio’ che contiene pezzi di animali o loro derivati

2. Non comprerai da multinazionali, cio’ che e’ sotto boicottaggio o comunque cio’ che e’ fatto da grosse aziende

3. Non comprerai frutta e verdura fuori stagione, i frutti tropicali o comunque cio’ che viene da troppo lontano

4. Non comprerai OGM, e cercherai di tenerti sul biologico

5. Non comprerai cio’ che e’ confezionato singolarmente, cio’ che ha troppi imballaggi e comunque troppo packaging

6. Non comprerai cio’ che ha conservanti, coloranti, glutammato monosodico e altre cazzate

7. Non comprerai cio’ che e’ fatto da lavoratori malpagati, sfruttati o comunque in pessime condizioni di lavoro

8. Non comprerai cio’ di cui non hai stretto bisogno, o comunque cio’ che fa parecchia pubblicita’

9. Preferirai lo zucchero di canna, il riso e la farina integrali a quelli raffinati. Preferirai la verdura fresca a quella surgelata; l’insalata intera a quella lavata e imbustata; la frutta fresca alla marmellata

10. Non comprerai cio’ che e’ fatto con processi produttivi spreconi e inquinanti

questione di onde

oggi mi piacciono le cose che ti fanno guardare il mondo come se fosse la prima volta

vedere il pianeta verde ti fa guardare il mondo per la prima volta
leggere tolstoj ti fa guardare il mondo per la prima volta
leggere il piccolo principe ti fa guardare il mondo per la prima volta
tornare dalla valle degli elfi ti fa guardare il mondo come fosse la prima volta

ho rivisto il pianeta verde e ho pianto dall’inizio alla fine. se un giorno lo vedremo insieme non so se vi sconvolgerà di più il film o la mia reazione.. 🙂

oggi ho capito che voglio dormire sotto un tetto di stelle
oggi ho capito che meglio dei ragionamenti c’è l’emozione, devo vibrare..

Dal film \

(una scena del film, lui ha visto il mondo per la prima volta)

Published in: on 19 aprile 2008 at 01:22  Comments (3)  
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stupidopilo e le elezioni

Arrivò il tempo delle elezioni e Stupidòpilo si trovò a dover scegliere quale candidato votare. Nonostante morisse dalla voglia di andare all’Auchan a contribuire alla spirale dell’economia, tuttavia decidette di sedersi davanti alla tv e da buon cittadino scegliere chi avrebbe contribuito di più a far crescere i fatturati di questo paese.

Per primo parlò un omino. Prometteva la privatizzazione di beni e servizi, come l’acqua ad esempio. E Stupidòpilo rifletteva: dare un prezzo all’acqua?! Mi sembra un’assurdità inconcepibile!
Ma poi pensò: così facendo, qualcuno potrà venderla, guadagnarci, fatturare, sono soldi, mercato, crescita, PIL!! i suoi occhi brillarono di commozione..
Introducendo il denaro magari i prezzi dell’acqua sarebbero aumentati, e qualcuno non avrebbe potuto permettersela, ma il mercato era avvantaggiato e Stupidòpilo se ne rallegrava.

Poi parlò l’omino delle grandi opere. Disse che erano cose importanti per stare al passo coi tempi, che incrementavano i trasporti e il commercio.
Per un attimo Stupidòpilo si chiese come queste cose potessero giovare alla sua vita quotidiana, se alla fine gli sarebbe entrato in tasca qualcosa o avrebbe ricevuto dall’affare solo più inquinamento e più rumore..
Ci pensò solo per un attimo, poi il potere ipnotico delle parole “commercio” e “sviluppo” lo fece immediatamente desistere da queste idee da disfattista e sovversivo.
A dir la verità un po’ si chiese se avesse senso un fiume di soldi per la mafia, e se servisse costruire un ponte in un’area dove la Salerno-Reggio Calabria è in costruzione da trent’anni; gli venne qualche dubbio, ma il politico dalla tv ripeteva di nuovo e a voce più alta che l’opera era importante per la crescita e questo bastò a fugare ogni dubbio, perchè finchè c’è crescita c’è speranza.

Apparve un omino a parlare di equità sociale. Diceva che non ha senso produrre se la ricchezza non arriva a tutti. Proponeva alte tasse per i ricchi e servizi sociali gratuiti per tutti.
Stiamo scherzando?! Questa cosa Stupidòpilo proprio non la concepiva!! Chissenefrega a chi va la ricchezza, l’importante è che il PIL cresca!!
Forse ci saranno i super-ricchi che andranno nelle cliniche private e manderanno i figli nelle scuole private, saranno protetti da polizia privata e avranno la loro personalissima assicurazione-che-copre-tutto; e dall’altra parte i poveracci precari sfruttati e malpagati, senza accesso agli ospedali, con i figli nelle scuole peggiori.. insomma un po’ come funziona negli USA.. ma guarda che PIL!! puoi comprare e vendere di tutto e ci sono milioni di poveri.. sono la superpotenza mondiale e gli ospedali ti sbattono la porta in faccia se non sei assicurato.

Ascoltò un po’ tutti i comizi e alla fine si sentiva un po’ confuso. Tuttavia si rallegrò che tutti i politici avessero a cuore il tema della “crescita”: ciò gli toglieva l’imbarazzo della scelta e si sentiva leggero.
Sembrava che ogni colore politico affogasse nell’utopia della crescita ogni ideologia e disputa: quando si cresce si sta bene tutti.
“Per fortuna che – almeno in questo paese – non devo temere quei pazzi della decrescita!! Per  fortuna quelli lì non hanno rappresentanza tra questi partiti!!”

Proprio mentre pensava queste parole, lo spirito della madre terra si impossessò del televisore e parlò:
“Bestia! Mi sono rotta i coglioni di sopportare quello che mi state facendo! Tagliate i miei fratelli alberi e mi immerdate di rifiuti!!
Ho disposto altri 30 anni di petrolio, poi non avrete più energia!
Smaniate per la crescita ma state impazzendo tutti, e quando smetterò di rifornirvi di rame e ferro,  quando non saprete come trasportarvi, come concimare, come arare, allora col cazzo che parlerete di crescita!”

Stupidòpilo ascoltava la scatoletta posseduta ed era esterrefatto. Non aveva parole.

Il racconto che avete appena letto appartiene alla “Saga di Stupidòpilo

In rete ho trovato un ottimo filmato che si chiama La storia delle cose. Parla di come funziona il sistema, cos’è il consumismo, l’impatto delle cose che acquistiamo, i rifiuti..
Lo trovate qui, e questo è il link diretto: download.