tata nano: le scelte che fottono il mondo

per chi se lo fosse perso la notizia del giorno è che la tata (casa automobilistica indiana) ha lanciato un’auto low cost di nome nano, e la cosa sorprendente è che costa solo 1700 euro.
i telegiornali e i media la presentano come l’auto del popolo versione indiana.
(ecco un po’ di links: 123)

le auto vanno a benzina, il petrolio è in via di esaurimento, il prezzo è aumentato, se cina e india corrono sui livelli di “sviluppo” attuali sono destinate a far crescere la domanda di risorse naturali. fino a qui ho solo ricollegato i fatti. ma guardando il quadro nell’insieme si vede l’incoerenza, il problema ecologico, ma anche economico-sociale visto che l’insostenibilità è una minaccia anche per l’industria.
che significa? che dobbiamo egoisticamente ricacciare l’india nella sua povertà e desiderare il contrario di questo sviluppo? assolutamente no! lasciatemi spiegare..

avete presente le immagini del boom economico italiano degli anni 60? tutti gli italiani contenti di scorrazzare per le strade con la mia-Propria! fiat 500? l’auto per tutti, i consumi di massa, l’auto del popolo (volkswagen significa proprio questo)
una ristretta cerchia di persone ha deciso 50 anni fa che in italia ognuno dovesse avere un’auto propria, che questo fosse lo standard desiderabile, che questo fosse il modo in cui gli italiani (ma anche europei ed americani) dovevano muoversi.

la situazione attuale è frutto di scelte ben precise, di piani industriali. c’è stata gente (ford, agnelli) che ha voluto che andasse così. la gente ha abboccato e i risultati si vedono: in europa ci sono milioni di automobili che consumano, sporcano, puzzano. ciascuna è bella, rappresenta uno status symbol, o un oggetto di piacere per chi la possiede, ma nel complesso ciò ha reso le città invivibili e i consumi di petrolio altissimi.

un’auto è solo un oggetto che risponde ad un bisogno: quello della mobilità. ma allo stesso bisogno si può rispondere in tanti modi diversi, di cui il migliore è quello dei mezzi pubblici. ci sono paesi poveri, in cui l’auto non è tanto diffusa, in cui i mezzi pubblici sono efficientissimi. e poi ci sono anche le bici..
se in italia c’è il più alto tasso *del mondo* di auto per 1000 abitanti lo si deve anche a queste scelte. se tutti i marciapiedi sono costeggiati da fiumi di autovetture parcheggiate lo si deve a scelte. se ci sono gli ingorghi, la benzina costa tanto e tutto il sistema di trasporti deve fare i conti con l’esaurimento del suo carburante indispensabile, beh, in tutto questo hanno grande responsabilità le scelte prese prima.

alla luce di tutto ciò bisogna valutare il lancio della nuova auto di massa degli indiani. anche questa è una scelta: dare a tutti gli indiani un’auto. una scelta scriteriata che porta a conseguenze simili a quelle occidentali, con la piccola differenza che gli indiani sono 5 volte l’europa e che oltre agli indiani ci sono *anche* gli europei, i cinesi, gli americani e magari anche tutte le altre genti che reclamano equità..

la soluzione è nei mezzi pubblici. senza dubbio alcuno. ancor meglio sarebbe la decrescita, ma quella i governi ancora non la conoscono, o non la capiscono, mentre bene o male anche berlusconi sa cosa sia un autobus di linea.. cosa significa? che anche in questo caso la soluzione *è* tra le tecniche tradizionali ben conosciute, ma si vuole seguire un’altra strada, perchè si crede in una falsa idea di progresso e sviluppo.. che progresso e sviluppo non è!!

cosa c’è dietro queste scelte? assolutamente e in definitiva la legge del profitto, il desiderio di utili, di far soldi: perchè la nano verrà venduta eccome! (se la tata ha fatto bene i conti.. in genere non lanciano un’auto se non credono di venderla)
il problema è che “il capitalismo insegue il profitto di domani, non pianifica il futuro” (chomsky): la tata riuscirà anche a vendere l’auto per 10-20 anni, come hanno fatto la fiat e volkswagen da noi.. farà i suoi quattrini, ma non si cura di ciò che va a creare, dei problemi che va ad accrescere!
il sistema, così com’è oggi, si poggia sul conseguimento dell’utile a breve tempo, anche a discapito di ambiente, lavoratori, traffico.. così facendo il sistema risulta incredibilmente cieco e ottuso, incapace di guardare al di là dei soldi che riesce a realizzare.

non c’è futuro se non si abbandona la regola del profitto, e questo sia i governi, sia i cittadini, lo devono capire.

Published in: on 10 gennaio 2008 at 21:19  Lascia un commento  
Tags: , , , , , , ,